Sunday, December 25, 2005

Benedetto Croce

“E’ necessario che nella borghesia delle nostre province, si diffonda o si radichi, più che finora non sia accaduto, il sentimento che il miglior pregio della vita, la maggiore soddisfazione che in essa possa provarsi, è data non dalle fortune materiali, non dagli arricchimenti, non dai gradi conseguiti, non dagli onori, ma dal produrre qualcosa di obiettivo e di universale, dal promuovere un nuovo e più alto costume, una nuova e più alta disposizione negli animi e nelle volontà, dal modificare in meglio la società in mezzo a cui si vive, godendo di quest’opera come un artista della sua pittura o della sua statua, e un poeta della sua poesia […]. In questa creazione del bene comune, si apre il più bel campo dell’uomo […]. Ma il punto essenziale così nella vita di un individuo come in quella di un popolo, il punto che decide dell’efficacia di ogni riforma, e di ogni programma e di ogni metodo, il punto a cui, in ultima analisi, si è ricondotti, è poi sempre questo: se via sia o non vi sia l’anelito all’universale, la disposizione a considerare e trattare noi stessi come strumenti di un opera che va oltre di noi, il pungolo interiore del dovere, lo scrupolo di coscienza che ci chiede conto del modo in cui adoperiamo il nostro tempo e ci fa arrossire quando lo spendiamo in vili pensieri e vili azioni, quando lo guardiamo scorrere davanti a noi come se non fosse morto.”

Benedetto Croce