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Sunday, December 25, 2005

Benedetto Croce

“E’ necessario che nella borghesia delle nostre province, si diffonda o si radichi, più che finora non sia accaduto, il sentimento che il miglior pregio della vita, la maggiore soddisfazione che in essa possa provarsi, è data non dalle fortune materiali, non dagli arricchimenti, non dai gradi conseguiti, non dagli onori, ma dal produrre qualcosa di obiettivo e di universale, dal promuovere un nuovo e più alto costume, una nuova e più alta disposizione negli animi e nelle volontà, dal modificare in meglio la società in mezzo a cui si vive, godendo di quest’opera come un artista della sua pittura o della sua statua, e un poeta della sua poesia […]. In questa creazione del bene comune, si apre il più bel campo dell’uomo […]. Ma il punto essenziale così nella vita di un individuo come in quella di un popolo, il punto che decide dell’efficacia di ogni riforma, e di ogni programma e di ogni metodo, il punto a cui, in ultima analisi, si è ricondotti, è poi sempre questo: se via sia o non vi sia l’anelito all’universale, la disposizione a considerare e trattare noi stessi come strumenti di un opera che va oltre di noi, il pungolo interiore del dovere, lo scrupolo di coscienza che ci chiede conto del modo in cui adoperiamo il nostro tempo e ci fa arrossire quando lo spendiamo in vili pensieri e vili azioni, quando lo guardiamo scorrere davanti a noi come se non fosse morto.”

Benedetto Croce

Disagio

Ho sempre pensato che un disagio potesse essere uno sprone creativo. Tanti artisti hanno avuto un forte disagio e tanti hanno attinto da questo. Di certo la necessità espressiva deve avere un pungolo che la possa scuotere. Mi viene in mente Diary di Palahniuk... ma al di là del disagio fisico, penso che il vero disagio, quello che effettivamente può sortire effetti paradossalmente positivi, sia quello di non adagiarsi, di non adeguarsi a ciò che si conosce, di abbandonare ogni autocompiacimento.



insomma: Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Sono sempre lì...

Forse è difficile comprendere cosa intendo per disagio, forse non è nemmeno la parola corretta... di certo l'energia necessaria per fare certe cose, per superare l'ostacolo della reiterazione quotidiana che ci appaga, deve trovare la propria sorgente in qualcosa di particolarmente intenso. Sia questo un effettivo disagio o un'operazione intellettuale.

Natale II



Ammetto che non è in italia che pensavo di trascorrere il natale...

Natale




Comprendo la funzione sociale del Natale, delle sue qualità aggregatrici di una cultura occidentale che si riconosce e si ritrova a celebrare. Mi turba osservare come l'aspetto commerciale prevarichi l'aspetto umano di questi giorni. Certamente un'occasione per ritrovarsi, ma anche un fattore di omologazione collettiva che non mi lascia lo spazio per riflettere...

ho bevuto troppo poco stasera

PS
ma quello che mi scoccia davvero è che non ho nemmeno una bella foto del natale

Wednesday, December 21, 2005

not seeing

Imagination is more important than knowledge.
Albert Einstein
US (German-born) physicist (1879 - 1955)

Wednesday, December 14, 2005

Nebbia

N 44.76648 E 10.32384
la nebbia, il tramonto, i lavori... un'opera difficilmente accettabile in un posto che si suppone essere residenziale. Una città divelta da lavori, deturpata senza che voce si alzi... questa è la mia città.